Engineering & Telco: una previsione sul ruolo dell'HR

    Federica Riviello, Delivery Manager in Reverse e Head Hunter specializzata nei settori Engineering & Telco, ci ha raccontato come stanno evolvendo questi mercati, soprattutto per quel che concerne le dinamiche del mondo del lavoro.

    Prima di iniziare la nostra chiacchierata, Federica ci ha spiegato che questi due settori, benché siano spesso trattati insieme, si stanno muovendoin modo simile, ma sono in realtà attraversati da profonde diversità che, soprattutto negli ultimi mesi, si stanno facendo sempre più evidenti.

    Federica, come si stanno muovendo attualmente Engineering & Telco in ambito HR e quali sono le differenze tra i due settori?

    Negli ultimi tempi il mercato dell’Engineering ha sviluppato un focus molto forte sulla tematica della sostenibilità, ambientale soprattutto.
    Il mondo R&D ricerca quindi consulenti con formazione tanto tecnica quanto legale, quest’ultima legata alle nuove normative sulla sostenibilità. Nello stesso modo sono altrettanto interessanti quei profili tecnici che hanno già maturato competenze recenti su fonti alternative in ambito energetico e produttivo.

    Il tema della sostenibilità non si pone invece nel mondo delle telecomunicazioni dove si punta tutto sulla ricerca di professioniste, tipicamente laureate o neo-laureate in ingegneria informatica, che siano in grado di dare una nuova veste alle aziende di questo settore.

    Esiste però un punto di contatto importante tra il mondo delle telecomunicazioni e quello dell’engineering ossia la necessità di una fortissima verticalizzazione: sono infatti settori con un forte contenuto tecnico in cui si tende a specializzarsi molto in uno specifico ambito di competenza.

    La complessità della ricerca è quindi molto alta in entrambi i mercati dove è indispensabile avere a disposizione professionisti e professioniste di nicchia che il mercato, però, offre troppo poco: come spesso accade la domanda non corrisponde ancora all’offerta.

     

    Per quanto riguarda la ricerca di figure femminili ritieni che le aziende del settore stiano facendo qualcosa per aiutare il marketing delle discipline STEM? C’è un punto di contatto tra Università e azienda?

    Le aziende più strutturate operano in questo senso già da molto tempo. Per quanto riguarda la ricerca di professioniste nel settore delle telecomunicazioni probabilmente riusciremo a vedere i risultati di questo lavoro di sensibilizzazione delle ragazze a questa tipologia di studi solo tra qualche anno visto che i corsi di specializzazione in informatica iniziano a vedere una presenza femminile da poco tempo.

     

    Al netto del genere, quali sono le figure più ricercate attualmente in questi due settori?

    Nel mondo delle telecomunicazioni ci sono due focus molto importanti in questo momento:
    • da un lato c’è la necessità di implementare e ottimizzare l’area del cloud e della security, ovvero tutto quello che ha a che fare con la condivisione dei dati e quindi la loro protezione. Molte figure richieste e selezionate sono quindi profili tecnici in area cloud e security;
    • dall’altra parte c’è sempre maggiore necessità di figure in grado di offrire e garantire il supporto tecnico per l’ingegnerizzazione dell’offerta, ovvero professionisti che, insieme ai commerciali, definiscono qual è l’architettura migliore da offrire a ogni cliente e che quindi, di fatto, determinano le caratteristiche del servizio.

    Per quanto riguarda invece il mondo dell’Engineering, stiamo selezionando soprattutto responsabili di area e di sviluppo così come product manager in grado di innovare ed efficientare la produzione.

     

    Per entrambi i settori quali pensi che siano le macro-caratteristiche di un candidato tipo e quindi quali sono di solito i suoi i dubbi prima di entrare nel mercato?

    Partiamo dalle caratteristiche: per quanto riguarda le telecomunicazioni è sicuramente fondamentale una laurea in ingegneria informatica o delle telecomunicazioni.
    Per quanto riguarda il mondo engineering dipende dal settore: è solitamente richiesta una laurea in ingegneria, di sicuro la più forte sul mercato.

    Se poi analizziamo i dubbi “medi” dei professionisti che hanno un’età intorno ai 35 anni, si tratta di criticità legate proprio all’iter di selezione. Si tratta infatti tipicamente di professionisti estremamente ricercati che ricevono quindi proposte e contatti da molte aziende. Per ingaggiarli è quindi necessario che le organizzazioni siano particolarmente attrattive, garantendo colloqui dagli esiti veloci.
    L’aspetto economico è tenuto in considerazione, ma fondamentale è una prospettiva di crescita professionale: per i profili tecnici la garanzia della possibilità di specializzarsi su tecnologie all’avanguardia è poi un driver di coinvolgimento molto forte.

     

    Riesci a fare una previsione sul ruolo dell’HR in questi due settori nel prossimo futuro?


    A causa di una verticalizzazione tecnica molto spinta, l’HR non potrà spacciarsi per una persona con competenze tecniche, ma deve fare in modo – perlomeno – di avere un team che abbia contezza di quel di cui si sta parlando.
    La richiesta di figure estremamente specializzate continuerà a crescere e per questo l’HR dovrà iniziare a cercare questi professionisti prima ancora che esistano, dunque attivare delle politiche per recuperare queste persone prima che diventino disponibili sul mercato.

    Di conseguenza sarà necessario lavorare con le Università e sensibilizzare molto i responsabili di funzione per potenziare processi di selezione più efficienti, più veloci e che facciano leva tanto sulle prospettive di crescita, tanto sull’utilizzo di tecnologie all’avanguardia.

     


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    Alessandro Raguseo, CEO