Oggi per la rubrica "La parola all'HR" torniamo a parlare di come le aziende raccontano se stesse all’esterno per attrarre nuovi talenti, e lo vediamo mettendo particolare focus sul ruolo che in questo giocano i dipendenti. Ne abbiamo parlato con Dario Mortini e Pierpaolo Zampini di Finlibera SpA, società che opera nel settore dell’innovazione immobiliare ecosostenibile.
"Lavorando con i giovani diventa fondamentale la flessibilità, sia di orari che di luoghi. Devono essere liberi di gestire il proprio tempo, e in questo modo rendono al meglio".
I reparti HR e Marketing non sono mai stati così vicini come in questi anni: oggi tutti i canali di comunicazione sono diventati fluidi e ognuno può essere portavoce dell’azienda per cui lavora, influenzando in maniera importante anche le valutazioni di altri talenti che potrebbero entrare nel team. Gestire con estrema cautela questa attività di comunicazione è diventato quindi prioritario anche per l’HR Manager.
Finlibera ha attuato politiche a 360° in quest’ottica, e i risultati sono stupefacenti. Guarda il video e leggi l'intervista qui sotto.
Risponde Dario Mortini
Si tratta di un cambiamento molto importante che va inserito in un quadro più ampio di evoluzione culturale e cambio dei costumi della società. Una volta il posto di lavoro era subito, vissuto con approccio neutro e “senza amore”. Oggi invece è una conquista che i giovani si godono quando riescono ad ottenere. Gli uffici di fantozziana memoria non sono più attuali: quella rigidità di ruoli ed orari non esiste più. Anche i dipendenti sono più elastici: non bisogna forzarli a rimanere mezz’ora in più ma lo fanno spontaneamente quando ce ne sia bisogno, perché sanno che è un do ut des con l’azienda. Quest’ultima dal suo canto mette a disposizione un ambiente decisamente diverso rispetto al passato, più vivibile e in linea con i gusti attuali, soprattutto dei giovani.
Ha parlato di giovani: come andate incontro alle esigenze delle nuove generazioni?
Risponde Pierpaolo Zampini
Parliamo di persone nate quando Youtube già esisteva, che sono abituate ad essere sempre connesse, quindi questo non è qualcosa che gli si deve chiedere ma che anzi si deve agevolare. Quello che quindi diventa fondamentale è la flessibilità, sia di orari che di luoghi. Devono essere liberi di gestire il proprio tempo, e in questo modo rendono al meglio. Si arriva ad un livello di responsabilizzazione molto alto, in cui ognuno viene valutato sulla base dei risultati che porta. Da questo approccio traggono benefici sia il dipendente che l’azienda. I nostri ragazzi ricevono incentivi non solo economici ma anche di crescita interna, instaurando una sana competizione tra di loro. Sanno che stanno portando in giro l’immagine dell’azienda e ne sono fieri, quindi non cercano solo mero ritorno economico ma vogliono farsi valere come persona per essere premiati nella loro carriera.
Ha posto l’accento su Youtube, che è uno dei canali online spesso teatro di piccole o grandi crisi di comunicazione qualora scoppino critiche o polemiche verso le aziende, polemiche che vengono ingigantite dal web. Come affrontate tutto ciò in Finlibera?
Risponde Pierpaolo Zampini
Principalmente lavoriamo di prevenzione: i nostri dipendenti che lavorano a contatto con i clienti sanno di avere la responsabilità di far sì che le polemiche non nascano, e che i problemi vengano gestiti sul nascere. Qualora ci debba essere qualche lamentela, i nostri ragazzi sanno come gestirla prima che “esploda”, gestendo la relazione col cliente in maniera trasparente, o eventualmente gestendo la critica prontamente e nella maniera più opportuna, per esempio, banalmente, senza mai cancellare eventuali recensioni negative online ma rispondendo in modo adeguato.
Gli uffici di Finlibera al ventesimo piano del Bosco Verticale
Perché tutto ciò sia possibile è necessario che i dipendenti si sentano davvero coinvolti nell’azienda per cui lavorano. Che tipo di attività avete intrapreso a questo scopo?
Risponde Dario Mortini
Abbiamo svolto molteplici attività, alcune di formazione e altre più ludiche. Quello che ha realmente agevolato questo processo di inclusione sono stati i viaggi aziendali: abbiamo premiato i nostri dipendenti con viaggi nel mondo piuttosto importanti, comprese Russia e Australia. La formazione è qualcosa di abbastanza normale nelle aziende moderne, e uno dei percorsi che abbiamo svolto è stato particolarmente efficace: si tratta del coaching sistemico, una forma di coaching che aiuta l’individuo a sentirsi parte dell’insieme, al di là del business specifico, al fine di migliorare le peculiarità di ognuno e integrarsi al meglio nella squadra. Quando abbiamo iniziato questo percorso, a cui abbiamo partecipato anche noi due, eravamo già a buoni livelli ma dopo il percorso posso dire che il clima è ulteriormente migliorato, la collaborazione è al massimo e i risultati da ottimi sono diventati eccezionali.
Uno scatto dal viaggio n Australia
Non possiamo trascurare anche il tema della brand reputation, dato che ogni dipendente può diventare un testimonial che parla tramite il web dell’azienda in cui lavora. Se da un lato questo rappresenta un ottimo canale di comunicazione, dall’altro può essere un’arma a doppio taglio. Voi come intervenite a riguardo?
Risponde Pierpaolo Zampini
Anche in questo caso lavoriamo sulla prevenzione: sappiamo che i nostri dipendenti sono soddisfatti del loro lavoro in Finlibera, quindi sono il nostro miglior biglietto da visita. Abbiamo svolto varie indagini di soddisfazione tra cui una rivolta ai nostri clienti, al fine di capire la loro opinione su di noi, e questo ci ha aiutato ulteriormente a correggerci e a permettere ai ragazzi di svolgere il loro lavoro nel migliore dei modi, in maniera indipendente senza bisogno di essere supervisionati costantemente per timore che parlino male dell’azienda.
Il team di Finlibera
Parliamo di influencer esterni all’azienda: in un settore attuale come il vostro come vivete la tendenza sempre più diffusa di coinvolgere nella comunicazione aziendale figure non estremamente note al grande pubblico ma molto vicine invece al target specifico, e quindi in grado di influenzarlo nelle scelte d’acquisto?
Risponde Pierpaolo Zampini
Abbiamo avuto alcune esperienze con micro-influencer che sono intervenuti in maniera molto efficace: abbiamo mostrato loro il nostro business e loro l’hanno raccontato sul web, soprattutto su Instagram, spesso in una maniera molto originale, che non ci saremmo aspettati. Questo ci ha dato ottimi risultati di visibilità, anche in termini di posizionamento sui motori di ricerca. Quindi per noi è un trend assolutamente positivo e da sfruttare al meglio.
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