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Banking: il punto di vista dei professionisti IT

Scritto da Team Reverse | 1 aprile 2022 13.03.00 Z

Proseguiamo il nostro viaggio all’interno dell’industry Banking attraverso l’esperienza di due professionisti IT di due grandi istituti bancari. Un Addetto alla Direzione Centrale Junior e un Direttore ICT & Security Officer ci hanno raccontato la loro esperienza offrendoci uno spaccato di questo settore. I temi chiave: i cambiamenti che le Banche stanno vivendo, le difficoltà che i professionisti di questa industry sono chiamati ad affrontare, le caratteristiche che disegnano il profilo del Manager perfetto per il settore Banking. Buona lettura.

Cominciamo con una panoramica di come si sta muovendo il mondo del lavoro in questo settore e quali cambiamenti sta affrontando.

Addetto alla Direzione Centrale Junior: “La pandemia ha dato una sveltita ai processi tecnologici e le principali differenze che ho riscontrato rispetto al periodo precedente sono la gestione dei meeting e dell’onboarding. Per quanto riguarda il primo aspetto siamo passati dalla presenza fisica ad incontri digitali che hanno annullato il tempo di spostamento da un luogo ad un altro, generando però una maggiore complessità nel processo di integrazione nel gruppo di lavoro. Anche nell’onboarding vedo aspetti positivi e negativi. Le figure inserite durante il lockdown hanno dovuto adattarsi in fretta e questo gli ha permesso di sviluppare capacità diverse che in un eventuale cambio di ruolo, team o azienda, gli consentirà di affrontare queste nuove sfide con più consapevolezza. L’inserimento in un nuovo contesto è una fase molto delicata della vita professionale, quindi la distanza con cui è stato inevitabilmente svolto durante i primi mesi del 2020 ha di certo avuto un impatto soprattutto sulle figure Junior come me.”

 

Direttore ICT & Security Officer: “Quello che ho potuto riscontrare è stato un cambio nelle modalità di lavoro. Ci siamo trovati di fronte ad un vero e proprio switch da una situazione in cui lo smart working era previsto dal punto di vista formale, ma di fatto quasi per nulla attuato, ad una condizione di lavoro da remoto massivo. Questo passaggio dalla teoria alla pratica non è stato indolore, ma per le aziende come la mia è stato più semplice perché il cambiamento è arrivato in un momento in cui il nostro tessuto tecnologico e il nostro mindset erano già pronti ad accoglierlo. In questo contesto le riunioni, gli aggiornamenti sullo stato avanzamento lavori e i check hanno richiesto rigore e un forte senso di responsabilità da parte delle persone. Il nostro DNA è digitale e quindi tutti i reparti, anche quelli non IT, hanno risposto con positività a questa nuova sfida.”

 

Pandemia a parte, quali sono le difficoltà che incontra chi lavora in questo settore?

Addetto alla Direzione Centrale Junior: “Dipende dell’azienda. Nei contesti in cui il gruppo di lavoro è composto da molte persone con diversi anni di esperienza, emergere è molto difficile e talvolta il cambio di azienda è la soluzione migliore per fare carriera. Un’altra difficoltà che noto riguarda la complessità del settore IT. Tutti i ruoli richiedono la conoscenza di diversi applicativi e linguaggi di programmazione e, in questo contesto, diventa impossibile spostarsi in una nuova realtà senza delle lacune da colmare. Questa complessità impatta anche sui processi di ricerca e selezione, infatti per chi si occupa di Recruiting a volte è difficile identificare immediatamente le sfumature di ogni singolo ruolo. Credo che coinvolgere i Manager già nelle prime fasi della selezione, considerandoli come figure da affiancare agli HR, possa rappresentare una soluzione al problema, oltre ad essere un’opportunità per migliorare l’esperienza dei candidati e per velocizzare l’intero processo.”  

 

Direttore ICT & Security Officer: “Durante la mia carriera ho avuto la possibilità di sperimentare diversi contesti e uno degli aspetti più frequenti che ho notato è la tendenza delle Banche ad esternalizzare la parte tecnologica. Trovo che questa scelta, soprattutto nella progettazione di nuovi servizi, possa penalizzarle in termini di vantaggio competitivo. Nella realtà in cui mi trovo ora, il 20% dei profili è IT, una percentuale altissima rispetto al settore. Preferiamo sviluppare e gestire autonomamente i nostri progetti, assumendo persone di talento. Trovarle non è semplice, ma pur non occupandomi di Recruiting durante la mia carriera ho sempre visto nei reparti HR una particolare attenzione nel vagliare questi tipi di profili. Anche le mie esperienze da candidato sono state sempre positive. Mi sono interfacciato con HR e Head Hunter che, pur non parlando con un gergo tecnico, hanno fatto sì che capissi il valore delle posizioni, supportandomi durante tutti gli step della selezione.”

 

Secondo la tua opinione, quali caratteristiche deve avere il Manager perfetto del settore Banking?

Addetto alla Direzione Centrale Junior: “Secondo me il Manager ideale dovrebbe avere un passato molto verticale sugli aspetti tecnici e aver sviluppato capacità relazionali e soft skills. L’esperienza nell’ambito tech permette di immedesimarsi completamente nel team di lavoro e tenere il polso della situazione, quindi lo considero un vero must have.”

 

Direttore ICT & Security Officer: “Sicuramente deve avere competenze tecniche perché, in questo settore, queste skills sono imprescindibili anche per i profili di governance. Deve essere in grado di delegare ed organizzare il lavoro per obiettivi. In generale non trovo efficace il micromanagement e il controllo di ogni minima attività svolta dalle proprie persone, sia per una migliore ottimizzazione delle tempistiche che per una questione più legata al fattore umano.”

 

In un settore che cambia velocemente anche i parametri per il recruiting e l'Head Hunting stanno vivendo la rivoluzione.

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