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Le materie che dovrebbero insegnare a scuola per diventare HR Manager

Scritto da Team Reverse | 23 giugno 2025 9.29.55 Z

Psicologia applicata ai colloqui, Matematica delle aspettative salariali e Educazione fisica per sopravvivere agli open day.

Se esistesse un liceo dedicato ai futuri HR, il piano di studi sarebbe decisamente diverso da quello tradizionale. Perché diciamocelo: la laurea in Psicologia del Lavoro è utile, ma nessuno ti prepara davvero a quello che ti aspetta là fuori, nel meraviglioso mondo delle Risorse Umane.

Un articolo leggero per riflettere sulle tante sfaccettature del ruolo di HR Manager.

 

 

Le materie del curriculum HR perfetto

1. Psicologia applicata ai colloqui

Questa sarebbe la materia principale, con almeno 6 ore settimanali. Il programma includerebbe moduli avanzati come "Interpretazione dei micro-gesti durante la domanda sullo stipendio" e "Come mantenere la poker face quando il candidato dice di essere fluent in inglese e poi non capisce 'How are you?'".

Quello che imparerebbe davvero un HR: A leggere tra le righe. A volte quella persona che balbetta durante il colloquio diventa il tuo top performer. L'esperienza ti insegna a distinguere tra ansia da prestazione e reale inadeguatezza al ruolo.

 

2. Matematica delle aspettative salariali

Questa materia coprirebbe tutto il calcolo delle probabilità applicato al recruitment. Formula base: se il budget è X e le aspettative del candidato sono 2X, qual è la probabilità di successo? (Spoiler: tende a zero, ma ogni tanto si verificano miracoli).

Consiglio da Head Hunter: Impara a negoziare sin dal primo colloquio. Non aspettare l'ultimo momento per scoprire che siete su pianeti diversi. E quando dici "la forchetta è tra X e Y", assicurati che anche tu ci creda davvero, perché i candidati senior fiutano l'incertezza a chilometri di distanza.

 

3. Educazione fisica 

Corso intensivo di resistenza per affrontare le giornate da 12 colloqui consecutivi, più moduli di coordinazione per gestire tre telefonate mentre controlli le email e rispondi su LinkedIn. Il test finale? Sopravvivere a un open day con 200 candidati per 5 posizioni.

Il trucco dei veterani: Pianifica sempre 15 minuti di buffer tra i colloqui. Non solo per i ritardi (che ci saranno sempre), ma per metabolizzare quello che è appena successo e prepararti mentalmente al prossimo.

 

4. Lingua e letteratura del "Corporatese"

Traduzione simultanea delle job description impossibili. Come spiegare che "ambiente dinamico" significa che cambiano priorità ogni giorno, e "giovane azienda in crescita" può significare tutto e il contrario di tutto. Include anche il corso avanzato di Come dire 'No' ai candidati senza chiudere porte.

La skill che fa la differenza: Impara a tradurre i bisogni reali degli hiring manager dalle loro richieste surreali. Quando ti dicono "Vogliamo un junior con 10 anni di esperienza che costa poco", la traduzione è "Aiutaci a capire di cosa abbiamo davvero bisogno". Diventa il loro consulente, non solo il loro fornitore di CV.

 

5. Storia delle scuse creative e come interpretarle

Materia affascinante che ripercorre l'evoluzione delle giustificazioni per i ritardi ai colloqui, dalle più classiche ("traffico") alle più creative ("ho aiutato un turista che si era perso e mi sono appassionato alla sua storia"). (Da Head Hunter prima o poi scriveremo un libro per raccogliere le migliori!). Include anche un modulo sulla storia delle motivazioni per cambiare lavoro e l'arte di decodificarle.

What you should know: Dietro ogni scusa c'è spesso ansia o disorganizzazione. È interessante comprenderlo per non perdere un collaboratore che potrebbe dare molto se inserito in un contesto differente, magari in un altro reparto o in un altro ruolo.

 

6. Geografia del networking

Orientarsi negli eventi di settore HR può non essere semplice. Congressi, convegni, seminari, fiere. Per non perdere le giornate è importante capire quali sono realmente utili per te in questo momento e poi, ancora più difficile, trarre il massimo una volta che ti trovi lì.

Pro tip: Il networking non è raccogliere biglietti da visita come Pokemon. È costruire relazioni autentiche. Tuoi omologhi in altre aziende, Head Hunter, consulenti, director di varie aree… rifletti su chi vuoi concentrarti pensando non solo a che valore puoi ricevere ma anche e soprattutto a che valore puoi dare al tuo interlocutore.

 

7. Scienze naturali del workplace

Studio dell'ecosistema aziendale: come riconoscere i team tossici, individuare i manager che "mangiano" i collaboratori, comprendere le dinamiche di potere non scritte. Include anche moduli su "Anatomia di un cultural fit" e "La migrazione stagionale degli stagisti".

La lezione più importante: Il cultural fit non è "simpatia reciproca". È molto di più: è capire se quella persona può prosperare in quell'ambiente specifico. A volte il candidato perfetto sulla carta non è quello giusto per quella realtà, e viceversa.

 

8. Educazione civica delle policy aziendali

Come spiegare regolamenti bizantini mantenendo il sorriso, tradurre il welfare aziendale dal bel discorso di marketing alla realtà, gestire le aspettative sui benefit quando il budget è quello che è.

Reality check: Sii sempre trasparente sui benefit reali. È meglio un candidato che accetta consapevolmente i limiti del package piuttosto che uno che scopre dopo due settimane che "flexible working" significava "puoi lavorare da casa il venerdì pomeriggio una volta al mese se non ci sono riunioni".

 

La materia che manca davvero: Senso dell'umorismo applicato

Perché alla fine, se non riesci a ridere delle situazioni assurde che viviamo quotidianamente, questo lavoro ti consuma. Quando il candidato perfetto rifiuta per 500 euro di differenza dopo un mese di trattative, quando l’hiring manager cambia idea sui requisiti il giorno prima del colloquio finale, quando scopri che il "senior developer" ha mentito su tutto il CV... in quei momenti, l'ironia è la tua migliore alleata.

Il nostro lavoro è fatto di persone, e le persone sono meravigliosamente imprevedibili. È quello che lo rende frustrante e appassionante allo stesso tempo. Non siamo solo "quelli che leggono CV": siamo consulenti, psicologi, negoziatori, project manager e a volte anche un po' maghi.