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Serviranno ancora gli HR tra 10 anni?

Scritto da Team Reverse | 9 giugno 2025 11.33.32 Z

Un'indagine semi-seria sul destino della professione più amata e odiata del mondo aziendale

Serviranno ancora gli HR tra 10 anni? Sì, ma solo se riusciremo a sopravvivere all'intelligenza artificiale e ai GenZ che vogliono "trovare il loro purpose" durante la pausa pranzo.

Cari colleghi delle Risorse Umane, mettiamoci comodi sulla nostra sedia ergonomica, prendiamo un respiro profondo e prepariamoci mentalmente: stiamo per proiettarci nell'anno 2035, quando la nostra scrivania sarà probabilmente occupata da un chatbot con un avatar sorridente che invia mail motivazionali generate in 0,3 secondi.

Fantascienza o prossima realtà? Facciamo un viaggio nel futuro per scoprire quali parti del nostro lavoro sopravviveranno all'apocalisse dell'automazione.

Indice

 

1. Le mansioni che si evolveranno

2. Le mansioni che spariranno (e che non ci mancheranno)

3. Perché gli HR sopravviveranno (nonostante tutto): il valore insostituibile dell'elemento umano

4. Come sopravvivere al 2035: il manuale dell'HR a prova di futuro

5. Conclusione: il paradosso dell'HR del futuro

 

 

1.  Le mansioni che si evolveranno

 

1.1 Recruitment e selezione: dalla caccia ai CV all'analisi predittiva

"Ti devo parlare del tuo curriculum" - disse l'algoritmo. E forse è meglio così.

La selezione del personale, quel delicato equilibrio tra scienza e arte che ci ha permesso per anni di dire frasi come "cerchiamo un profilo dinamico, proattivo e orientato al team", sta per essere completamente rivoluzionata. I sistemi di AI non solo analizzeranno migliaia di CV in pochi secondi, ma condurranno anche colloqui video iniziali, analizzando micro-espressioni facciali, pattern linguistici e confrontando le risposte con database di milioni di colloqui precedenti.

La realtà seria: Questo cambiamento ci libererà dal lavoro di screening preliminare, permettendoci di concentrarci su valutazioni più profonde e strategiche. Diventeremo esperti nell'interpretare i dati dell'AI per identificare non solo le competenze tecniche, ma anche il fit culturale e il potenziale di crescita a lungo termine. Il nostro ruolo evolverà verso la progettazione di percorsi di assessment più sofisticati e la gestione di colloqui finali focalizzati su aspetti umani che l'AI non può valutare.

 

1.2 Formazione e sviluppo: dalla slide dell'iceberg alla realtà aumentata

Addio alla nostra preziosa presentazione PowerPoint con clipart degli anni '90. E sì, anche quella slide motivazionale con la foto dell'iceberg che abbiamo usato in ogni workshop dal 2010 andrà finalmente in pensione.

La realtà seria: La formazione aziendale si trasformerà completamente grazie a tecnologie immersive come realtà virtuale e aumentata. I dipendenti potranno vivere simulazioni realistiche di situazioni lavorative complesse, dalla gestione delle crisi alla leadership di team internazionali. Il nostro ruolo evolverà verso la progettazione di esperienze di apprendimento personalizzate, l'analisi dei dati di performance e la creazione di percorsi di sviluppo adattivi che si modificano in base ai progressi individuali.

 

1.3 Gestione delle relazioni intergenerazionali: il nuovo ponte culturale

Nel 2035, la Generazione Z occuperà posizioni di leadership e dovremo mediare tra manager quarantenni che chiedono "call olografiche" e neolaureati Alpha che preferiscono "condividere pensieri tramite interfaccia neurale mentre fanno surf sui mari artificiali di Dubai".

La realtà seria: Diventeremo specialisti nella gestione di fino a cinque generazioni diverse sul posto di lavoro, ognuna con aspettative, metodi di comunicazione e definizioni di work-life balance completamente diversi. Dovremo sviluppare strategie di inclusione generazionale, programmi di mentoring inverso e politiche flessibili che soddisfino bisogni diversificati senza compromettere la produttività aziendale.

 

1.4 Employee experience design: architetti del benessere lavorativo

Le richieste che dovremo gestire includeranno probabilmente "Posso portare il mio alpaca terapeutico in ufficio?" e "Ho bisogno di una settimana di permesso per riprendermi emotivamente dalla cancellazione della mia serie preferita".

La realtà seria: Il nostro ruolo evolverà verso la progettazione di esperienze lavorative olistiche che considerino il benessere mentale, fisico e emotivo dei dipendenti. Dovremo bilanciare richieste sempre più personalizzate con esigenze aziendali, utilizzando data analytics per comprendere i fattori che influenzano engagement e retention. Diventeremo esperti nel design di benefit flessibili, ambienti di lavoro adattivi e politiche che supportino diverse modalità di vita e lavoro.


2. Le mansioni che spariranno (e che non ci mancheranno)

 

2.1 Amministrazione e burocrazia: addio al paradiso delle scartoffie

Ricordiamo quei meravigliosi pomeriggi passati a compilare moduli, aggiornare database e inviare promemoria per le firme mancanti sui documenti? Questo romantico mondo di scartoffie virtuale sta per essere definitivamente spazzato via.

Nel 2035, mentre staremo sorseggiando un caffè, l'intelligenza artificiale avrà già elaborato 240 contratti, aggiornato tutti i fascicoli del personale, inviato 78 solleciti per documentazione mancante e programmato 45 colloqui. Il tutto senza lamentarsi o desiderare una promozione.

La realtà seria: L'automazione eliminerà completamente le attività amministrative ripetitive, liberando tempo prezioso per attività strategiche. Sistemi integrati gestiranno autonomamente contratti, documentazione, aggiornamenti anagrafici e compliance normativa. Questo permetterà di riallocare le risorse umane verso analisi dei dati, strategia people e consulenza interna.

 

2.2 Gestione payroll e benefit: quando i numeri si calcolano da soli

Addio notti insonni per verificare che gli straordinari siano stati conteggiati correttamente, o per spiegare per la 47ª volta come funziona il piano welfare a colleghi che "non avevano capito bene".

La realtà seria: Sistemi automatizzati gestiranno interamente il calcolo degli stipendi, contributi, tasse e benefit, riducendo errori umani e garantendo compliance normativa in tempo reale. Chatbot intelligenti risponderanno a domande frequenti su welfare e benefit, mentre dashboard personalizzate permetteranno ai dipendenti di gestire autonomamente le proprie informazioni.

 

2.3 Organizzazione eventi e logistica: il nightmare dei party aziendali

Nessun più stress per trovare un locale che piaccia a tutti, menu senza allergeni per la festa di Natale, attività che non offendano nessuno e la eterna lotta per organizzare il team building perfetto.

La realtà seria: Piattaforme AI organizzeranno eventi considerando preferenze individuali, budget, logistica e vincoli di ogni partecipante. Sistemi di booking automatico gestiranno sale riunioni, eventi formativi e spazi aziendali, ottimizzando utilizzo e costi.

 

2.4 Reporting e metriche di base: quando Excel non serve più

Basta passare ore a creare report che nessuno leggerà mai, incrociare dati da sistemi diversi e preparare dashboard che saranno obsolete il giorno dopo la presentazione.

La realtà seria: Sistemi di Business Intelligence genereranno automaticamente report HR in tempo reale, con analisi predittive e insights azionabili. Dashboards dinamiche si aggiorneranno continuamente, permettendo di focalizzarsi sull'interpretazione strategica dei dati piuttosto che sulla loro raccolta e presentazione.

 

 

 

3. Perché gli HR sopravviveranno (nonostante tutto): il valore insostituibile dell'elemento umano

Nonostante l'avanzare dell'automazione e dell'intelligenza artificiale, il ruolo delle Risorse Umane non solo sopravviverà, ma acquisirà una rilevanza ancora maggiore. Il paradosso della trasformazione digitale è che più i processi diventano automatizzati, più cresce la necessità di competenze distintivamente umane.

 

Il valore strategico delle competenze emotive

L'intelligenza artificiale può processare dati, identificare pattern e automatizzare processi, ma non può replicare l'intelligenza emotiva necessaria per comprendere le dinamiche umane complesse. La capacità di leggere tra le righe durante una conversazione difficile, di percepire tensioni non espresse in un team, o di guidare un individuo attraverso un momento di crisi professionale rimane una prerogativa esclusivamente umana.

 

La gestione del cambiamento culturale

Le organizzazioni del futuro dovranno affrontare trasformazioni continue e sempre più rapide. In questo contesto, la capacità di guidare il cambiamento culturale, di comunicare visioni complesse e di motivare le persone attraverso l'incertezza diventa fondamentale. Nessun algoritmo può sostituire la capacità di un HR di tradurre strategie aziendali in comportamenti concreti e di creare engagement attorno a obiettivi comuni.

 

L'arte della mediazione e della negoziazione

Le dinamiche interpersonali, i conflitti organizzativi e le negoziazioni complesse richiedono sfumature di comprensione che vanno oltre la logica algoritmica. La capacità di trovare soluzioni creative a problemi relazionali, di mediare tra interessi contrastanti e di costruire compromessi sostenibili rimane una competenza distintamente umana.

 

La creatività nell'employee experience

Progettare esperienze lavorative che tengano conto delle aspirazioni individuali, delle dinamiche di gruppo e dei valori organizzativi richiede creatività, intuizione e una comprensione profonda della natura umana. L'AI può fornire dati e suggerimenti, ma la capacità di immaginare e implementare soluzioni innovative per il benessere organizzativo resta appannaggio delle competenze umane.

 

Il ruolo di custodi dell'etica e dei valori

In un mondo sempre più automatizzato, gli HR diventeranno i custodi dell'etica aziendale e dei valori umani. Dovranno assicurarsi che l'implementazione di tecnologie avanzate rispetti la dignità delle persone, promuova l'inclusione e mantenga un equilibrio tra efficienza operativa e benessere umano.

 

La consulenza strategica personalizzata

Ogni situazione organizzativa è unica e richiede soluzioni su misura. Mentre l'AI può fornire benchmark e best practices, solo un professionista HR può comprendere il contesto specifico di un'organizzazione, interpretare le dinamiche culturali e sviluppare strategie personalizzate che tengano conto delle peculiarità del business e delle persone che vi lavorano.

Il futuro non vedrà la sostituzione degli HR con l'intelligenza artificiale, ma piuttosto una partnership strategica dove la tecnologia amplifica le capacità umane, liberando i professionisti delle Risorse Umane da compiti operativi per concentrarsi su attività ad alto valore aggiunto che richiedono creatività, empatia e visione strategica.

 

 

4. Come sopravvivere al 2035: il manuale dell'HR a prova di futuro

Se vogliamo che il nostro ruolo rimanga rilevante nel futuro, ecco alcuni consigli:

Diventiamo esperti di tecnologia, ma non dimentichiamo l'umanità. Sì, dovremo capire come funziona l'AI che gestisce le buste paga, ma anche come funziona l'ansia da prestazione del nuovo stagista.

Specializziamoci nell'impossibile: la gestione delle aspettative. Né l'AI né i GenZ potranno mai sostituirci in questo.

Reinventiamoci come "Custodi della Cultura Aziendale". Suona meglio di "Quelli che mandano email quando qualcuno lascia il latte scaduto in frigorifero".

Sviluppiamo una sottile ironia che ci permetterà di sopravvivere alle infinite richieste di "processi più agili" e "trasformazione digitale".

Diventiamo i "sommelier dell'esperienza umana": Mentre l'AI gestirà i numeri, diventeremo esperti nel creare esperienze lavorative che facciano sentire i dipendenti ancora umani in un mondo sempre più automatizzato.

Specializziamoci nell'intraducibile: Concentriamoci su quelle aree dove le macchine falliscono - empatia, intuizione, gestione dei conflitti interpersonali e mediazione culturale.

Impariamo a collaborare con l'AI: Il futuro non sarà "umani vs macchine" ma "umani + macchine". Gli HR che prospereranno saranno quelli che sapranno delegare all'AI i compiti ripetitivi per concentrarsi su ciò che aggiunge vero valore umano.

Diventiamo "interpreti del bisogno": In un mondo dove tutto può essere automatizzato, la capacità di capire ciò che le persone desiderano veramente (spesso prima che lo sappiano loro stessi) sarà inestimabile.

 

 

5. Conclusione: il paradosso dell'HR del futuro

La grande ironia è che più il mondo del lavoro diventa tecnologico, più avrà bisogno di esperti in umanità. Nel 2035, il nostro ruolo non sarà più quello di "gestori di risorse umane" ma di "custodi dell'esperienza umana" in azienda.

La nostra missione sarà quella di assicurarci che, in un mondo di algoritmi, intelligenze artificiali e automazione, ci sia ancora spazio per l'imperfezione, la creatività e quell'ineffabile qualità che chiamiamo umanità.

Quindi sì, cari colleghi HR, nel 2035 saremo ancora qui. Forse non staremo più compilando fogli Excel o inseguendo firme mancanti, ma staremo facendo qualcosa di molto più importante: ricordare alle aziende che dietro ogni metrica, ogni KPI e ogni algoritmo, ci sono ancora esseri umani.

E questo, per fortuna, è un lavoro che nessuna AI potrà mai svolgere al nostro posto. Almeno, così speriamo.

P.S. Se vi sentite minacciati da questo articolo, ricordate che è stato scritto al 50% da un'intelligenza artificiale :-)