Quando una crisi come quella attuale o un problema di grossa portata colpisce la tua azienda, quali soluzioni concrete e agili puoi mettere in campo?
Allo stesso modo, quando la tua impresa decide di puntare strategicamente su un nuovo progetto di sviluppo o su un business fino a prima sconosciuto, come puoi fornire sicurezza ed esperienza all’intera organizzazione, in modo da non soffrire troppo del cambiamento?
La risposta a queste due domande è rappresentata da una figura professionale in rapida ascesa nel mondo delle PMI e non solo: il Temporary Manager.
Introdotto nelle aziende europee come professionista fin dall'inizio degli anni Ottanta, Il Temporary Manager è una figura di alto profilo in grado di gestire le fasi strategiche e critiche di un’azienda, con effort minore e in tempi più celeri rispetto a quelli necessari per la ricerca e selezione di una figura executive tradizionale.
Non un consulente esterno e nemmeno un dirigente quindi, ma una figura ibrida, che si configura come una soluzione moderna ed efficace di cui l’impresa può usufruire per migliorare le proprie performance.
Nel recente passato il Temporary Manager era visto come la figura chiave nel gestire situazioni di crisi. Quando la governance aziendale capiva di non essere più in grado di agire tempestivamente e in maniera concreta per risolvere i suoi problemi, veniva richiesto l’intervento di queste figure dall’alto profilo tecnico, spesso verticalizzate su uno specifico settore di competenza.
Oggi però, in un mondo del lavoro dominato dalla digital transformation e dalle grandi evoluzioni come la sostenibilità sociale d’impresa e l’attenzione alle esigenze dei propri dipendenti, il Temporary Manager ha accresciuto il suo raggio d’azione, diventando strumento di accelerazione del cambiamento, della crescita e dello sviluppo aziendale.
Un’azienda può quindi scegliere di cercare un Temporary Manager per ragioni differenti, come ad esempio:
Nei casi sopra riportati, l’intervento di manager esterni con un’alta esperienza e una visione diversa rispetto a quella di chi vive immerso da tempo nell’organizzazione, si dimostra essere l’unica soluzione efficace.
Per avere successo come Manager ad interim è importante sviluppare tutta una serie di hard, senza dimenticare l'importantissimo aspetto delle soft skill. In genere, i datori di lavoro scelgono i Temporary Manager sulla base di diverse competenze chiave. Ecco le principali.
È naturale che una figura che di mestiere entra come Manager in realtà sconosciute debba essere dotata di una grande capacità di leadership. Essere in grado di motivare e lavorare con i team che si incontrano per raggiungere gli obiettivi preposti e mantenere alta la loro produttività è ovviamente di decisiva importanza. Assumere un ruolo di gestione, d’altronde, significa anche organizzare compiti, programmi e responsabilità di ognuno. Così, le competenze di un vero e proprio Senior Project Manager sono quelle che fanno la differenza.
Il successo nel ruolo dipende anche dalla capacità di pianificare e integrare le strategie che portano a termine processi e obiettivi prefissati. Dimostrare le proprie capacità di pianificazione come manager “a tempo” significa analizzare le direttive e delineare una struttura per il completamento dei compiti. Allo stesso tempo, i Temporary Manager contano sulle proprie capacità comunicative per interagire e collaborare con il personale.
Questo significa avere anche spiccate capacità di ascolto e di illustrazione di concetti, oltre a dare e ricevere feedback che sappiano motivare il team aziendale.
Le competenze tecniche e la propensione al lavoro su piattaforme digitali sono importanti quanto le soft skills per avere successo nel ruolo.
Un Temporary Manager deve essere in grado di utilizzare con facilità i software più evoluti del suo settore di interesse, applicazioni di gestione dei progetti o altre tecnologie informatiche necessarie per la posizione.
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Il mercato del Temporary Management continua a crescere: quanto più le aziende dimostrano una bassa propensione al rischio, tanto più attrae la flessibilità offerta da questo tipo di professionisti.
I decision maker e le governance vedono questa figura professionale come un’opzione strategica per ottenere un reale vantaggio competitivo, attraverso l’iniezione delle competenze necessarie a reagire rapidamente ai cambiamenti e a cogliere nuove opportunità.
Già in una ricerca effettuata su 364 aziende italiane nel 2015 era emerso come il Temporary Manager fosse noto a circa il 70% delle imprese intervistate e come il grado di soddisfazione sui progetti realizzati con essi fosse molto alto: positivo per oltre il 90% dei casi (di cui il 62% in area di forte positività), con un picco assoluto del 100% nelle micro aziende.
Gli esempi virtuosi di gestione manageriale temporanea sicuramente non mancano. Uno su tutti, può essere quello di Netz AG, la più grande società di infrastrutture ferroviarie d'Europa.
La governance ha affidato il processo di turnaround pluriennale, con l'obiettivo di migliorare la sua sostenibilità economica, a una gestione manageriale temporanea. Tra le responsabilità di questo ruolo vi è stata l'elaborazione di un programma di turnaround con circa 15 progetti strategici per migliorare in modo sostenibile l'efficienza economica, nonché l'introduzione di un ampio processo di gestione del cambiamento.
Ciò ha comportato la riprogettazione delle strutture aziendali, la realizzazione di misure di comunicazione dedicate e l'erogazione di corsi di formazione per oltre 5.000 dipendenti all'anno. Il programma di turnaround si è rivelato alla fine la chiave per un cambiamento duraturo e di successo per la DB Netz AG.
Si incontrano numerosi casi di adozione di Temporary Manager anche in strutture grandi e complesse come gli aeroporti, ad esempio, dove le variabili in gioco aumentano, tra scadenze ferree, necessità di continuità assoluta nell’erogazione dei servizi, regole ambientali stringenti e specificità del business aziendale.
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