Salute mentale dei propri collaboratori e well being aziendale: è su questo che gli HR Manager stanno focalizzando la loro attenzione nel 2025 secondo la survey che abbiamo sottoposto a te e ai tuoi colleghi HR lo scorso mese su LinkedIn.
Vi avevamo chiesto su quale dei Trend del 2025 (che abbiamo analizzato in questo articolo), vi sareste focalizzati maggiormente quest’anno e la vostra risposta è stata chiara: quasi la metà di voi ha indicato il benessere dei dipendenti come la priorità numero uno per il 2025. Non è un caso: dopo anni di trasformazioni nel mondo del lavoro, dalla grande dimissione al ritorno in ufficio post-pandemia, fino all'integrazione dell'AI nei processi aziendali, la salute mentale dei dipendenti è diventata il vero asset strategico su cui puntare.
Analizziamo quindi la tematica nel dettaglio, definendo quali strategie si possono implementare e i vantaggi che piani strutturati per il well being possono portare alle aziende e alle sue persone.
Partiamo con una definizione: cosa intendiamo davvero per well being aziendale nel 2025?
Se sei interessato soprattutto agli aspetti pratici, puoi andare direttamente al paragrafo 3 dove troverai le strategie di implementazione.
Se invece vuoi rimanere qui con noi, partiamo.
Il concetto di well being aziendale, riecheggia ormai da tempo sui tavoli HR ma si è evoluto molto negli ultimi anni: oggi rappresenta infatti una vera e propria rivoluzione culturale nel modo di concepire il rapporto tra azienda e dipendenti. Si riferisce al benessere complessivo dei collaboratori, andando a toccare ogni sfaccettatura della loro vita professionale: dalla salute fisica al comfort psicologico, fino alle relazioni interpersonali nell'ambiente lavorativo.
Per promuovere il well being aziendale, oggi le aziende devono considerare quindi ogni dipendente come individuo unico, con necessità e aspirazioni specifiche, bilanciando queste esigenze con le possibilità e gli obiettivi organizzativi.
Non parliamo più solo di programmi di welfare tradizionali o di benefit come la palestra aziendale e i buoni pasto - anche se restano importanti. Si tratta di un framework strategico che costruisce un ecosistema integrato, considerando la persona nella sua totalità: i collaboratori non sono più solo portatori di competenze all'interno dell'organizzazione, ma individui complessi, a tutto tondo, con desideri e vita privata.
La vera svolta, e tu che te ne occupi in prima linea lo sai bene, sta nel superamento definitivo di quella visione miope che vedeva il benessere come un costo aziendale da minimizzare.
I dati parlano chiaro: promuovere il well being è diventato un investimento strategico con ritorni misurabili sia per l'organizzazione che per le persone. Uno studio di Wellhub evidenzia che le aziende che adottano programmi di benessere olistici (offrendo almeno quattro iniziative per il well being), ottengono un ritorno sugli investimenti significativamente maggiore rispetto a quelle con approcci più limitati, migliorando la produttività e riducendo assenteismo e turnover.
Questo approccio strutturato e misurabile al benessere non è più solo appannaggio delle più grandi realtà aziendali. Anche le PMI stanno sviluppando strategie innovative, adattando le best practice internazionali alla propria realtà e alle proprie risorse. La chiave sta nel partire dalle esigenze concrete dei propri dipendenti, ascoltandoli attivamente e coinvolgendoli nella progettazione delle iniziative, trasformando le buone intenzioni in azioni concrete attraverso metriche precise e KPI specifici.
Entriamo nel cuore della questione: la salute mentale dei propri collaboratori.
Come abbiamo riportato nell’articolo sui Trend HR del 2025, secondo i più recenti dati riportati da La Repubblica, il fenomeno del burnout sta colpendo il 20% della forza lavoro italiana, manifestandosi attraverso esaurimento emotivo e calo significativo della produttività. Il dato diventa ancora più significativo quando si guarda alle nuove generazioni: tra Millennial e Gen Z, una persona su due riporta livelli di stress lavorativo costantemente elevati, e - fatto ancora più interessante - l'80% prenderebbe in considerazione le dimissioni per salvaguardare il proprio benessere mentale.
Questa nuova consapevolezza sta ridefinendo il mercato del lavoro: per l'88% dei lavoratori, la presenza di programmi di supporto al benessere è diventata un fattore cruciale nella scelta del datore di lavoro, come rivela l'indagine di Wellhub, citata sempre da La Repubblica.
La salute psicologica dei collaboratori non è più quindi solo una questione di responsabilità sociale: è diventata la chiave per la sopravvivenza e il successo delle organizzazioni nel 2025.
Del resto lo studioso Alain Ehrenberg durante il Festival della Filosofia 2024 (a cui abbiamo partecipato e di cui abbiamo scritto approfonditamente in questo articolo) lo ha dichiarato apertamente: oggi viviamo ne "la società della salute mentale", dove questo concetto diventa un linguaggio universale per interpretare le tensioni della quotidianità. La ricerca della massima realizzazione individuale è diventata oggi imperativa: non ci si aspetta più solo che una persona faccia il proprio dovere, ma che raggiunga il massimo del proprio potenziale. Questa pressione alla realizzazione personale e professionale genera nuove forme di insicurezza e stress che devono essere gestite attivamente.
E non ci fermiamo qui. C’è un altro aspetto che oggi incide sulla salute mentale: l’avvento dell’AI e in generale delle tecnologie all’avanguardia. Come ci ha ricordato Roberto Valente, Group Chief HR & EHS Officer di Beltrame Group in una recente intervista che abbiamo condotto, “È necessario rassicurare i collaboratori sull'avvento di queste nuove tecnologie, perché l'incertezza sul loro impatto nei ruoli professionali genera comprensibilmente ansia e preoccupazione nelle persone."
In questo contesto, emergono due sfide chiave per gli HR Manager:
Quindi, quali sono i tre pilastri principali del well being aziendale, su cui mettere in atto strategie mirate?
Te li anticipiamo subito:
Vediamoli uno a uno.
Questo pilastro si fonda su due aspetti complementari e ugualmente cruciali per il benessere aziendale: la dimensione fisica degli spazi e quella relazionale della comunicazione.
Nel 2025 sarà fondamentale consolidare ed evolvere i principi di workplace design e comunicazione efficace che hanno iniziato a trasformare le organizzazioni negli ultimi anni. Per quanto riguarda gli spazi fisici, questo significa continuare a innovare gli ambienti lavorativi per rispondere a esigenze in continua evoluzione, perfezionando luoghi che favoriscano collaborazione e produttività.
Sul fronte della comunicazione e delle relazioni, diventa sempre più centrale rafforzare la cultura basata sul feedback costruttivo e sul rispetto reciproco.
Ecco le iniziative chiave per ottimizzare entrambe le dimensioni:
Spazi di lavoro:
Comunicazione e relazioni:
Secondo pilastro, è un concetto di cui si parla da tantissimo tempo e che è ormai diventato un fattore imprescindibile per attrarre e trattenere i talenti. Se i Gen Z lo considerano un requisito fondamentale nella scelta del datore di lavoro, i Millennial - oggi spesso in ruoli di responsabilità - ne hanno fatto una priorità concreta, specialmente nel contesto familiare. Una nostra ricerca recente ha evidenziato come i padri Millennial siano i più presenti di sempre nella vita familiare, sfatando definitivamente il vecchio stereotipo che vedeva solo le madri come principali responsabili della gestione famiglia-lavoro.
Inoltre, come emerso da una doppia intervista alle nostre Head Hunter, oggi più del 50% dei candidati rifiuta un'offerta se non prevede lo smart working, prediligendo un modello flessibile dove poter gestire autonomamente il proprio tempo in accordo con il team. Questa evoluzione richiede politiche aziendali che integrino realmente flessibilità e supporto concreto, rispettando i confini tra lavoro e vita privata.
Ecco quindi alcune strategie:
Terzo pilastro, abbraccia sia la dimensione professionale che quella psicologica. Attraverso attività di team building si costruisce un ambiente sano e collaborativo, mentre la gestione costruttiva dei conflitti e il supporto alla salute mentale creano un'atmosfera in cui ogni individuo si sente valorizzato. Soprattutto in un momento in cui, come dicevamo all’inizio, l’avvento dell’AI e delle nuove tecnologie può creare disagio e stress: c’è quindi la necessità di affiancare concretamente le persone facendole sentire valorizzate nel loro ruolo e costantemente supportate.
Per il terzo pilastro, si possono mettere in atto queste strategie:
A tutto questo si possono aggiungere anche programmi di welfare aziendale che includano check-up medici e supporto al benessere.
Un esempio concreto di come un'azienda possa implementare iniziative per il well being aziendale ci arriva anche in questo caso da Beltrame Group. Come ci ha raccontato Roberto Valente, l'azienda ha sviluppato un approccio integrato al benessere. Per il benessere fisico, offre screening medici direttamente in sede, compresi controlli cardiologici e screening femminili di routine, che registrano sempre il tutto esaurito. Per il benessere mentale e sociale, hanno sviluppato servizi innovativi che aiutano i dipendenti a gestire meglio il loro tempo e ridurre lo stress, come meccanico aziendale, lavanderia interna e consegna della spesa in ufficio. Sono stati anche introdotti colloqui one to one tra i manager e i membri del loro team per costruire un sistema di feedback trasparente e costante.
Anche in Reverse mettiamo in atto con soddisfazione molte di queste iniziative. La nostra visione del well being si estende dal welfare aziendale personalizzabile alla completa flessibilità di orari e luoghi di lavoro. I nostri uffici sono progettati per il benessere, con spazi open space per la collaborazione, aree relax e spazi dedicati al silenzio. Particolare attenzione viene data al comfort quotidiano, con aree caffè, frutta fresca e servizi come gli assorbenti ecologici gratuiti nei bagni femminili. Fondamentale nel nostro approccio è anche la cultura del feedback continuo, sempre molto apprezzata dai collaboratori, così come i percorsi strutturati di reintegro per neo-genitori, supportati con la massima flessibilità.
Tutte queste iniziative si integrano in un approccio olistico al benessere, e noi stessi possiamo testimoniare che la soddisfazione che se ne riceve ogni giorno è tangibile.
A proposito di impatto misurabile per le aziende: i numeri che dimostrano l’efficacia di costruire piani di well being strutturati sono davvero significativi.
Secondo una ricerca di The European House - Ambrosetti e JOINTLY, le aziende che investono sistematicamente nel benessere dei dipendenti registrano un incremento della produttività del 20% rispetto ai competitor, con un valore aggiunto per addetto che sfiora i 60.000 euro, superando di 10.000 euro la media del settore.
Ma i numeri raccontano solo una parte della storia. La vera rivoluzione avviene nella cultura aziendale: un ambiente che mette al centro il benessere diventa naturalmente più innovativo e inclusivo. E di conseguenza anche più attrattivo.
Come evidenzia una ricerca di Wellhub, riportata da La Repubblica, il 99% degli HR Manager riporta un aumento della produttività, mentre il 91% osserva una riduzione dei costi sanitari. L'89% registra inoltre un calo significativo nell'assenteismo.
Ma il vero valore aggiunto si manifesta nel lungo termine: il 98% afferma che il proprio programma di benessere riduce il turnover e l’83% lo considera “molto” o “estremamente” importante per l’acquisizione di talenti. Inoltre le strategie di Corporate well being possono ridurre i costi del turnover fino al 16% sul costo annuo del personale.
Un'azienda che si prende autenticamente cura delle persone rafforza la propria capacità di attrarre e trattenere i talenti, creando un ambiente dove innovazione e produttività fioriscono naturalmente.
Un esempio concreto di questi benefici ci arriva da Microsoft, che ha fatto scuola, sviluppando diverse iniziative per promuovere il benessere mentale dei propri dipendenti. Ad esempio, il gruppo di ricerca "Digital Mental Health"si dedica allo studio della salute mentale e alla creazione di tecnologie a supporto del benessere psicologico. E ancora, l’azienda ha implementato programmi di supporto come Microsoft Viva Insights, che offre approfondimenti e raccomandazioni per migliorare il benessere e la produttività dei dipendenti. L'approccio integrato dell'azienda, che combina supporto psicologico, formazione e politiche di work-life balance, ha portato a una riduzione significativa dei casi di burnout e a un aumento tangibile della produttività.
In definitiva, il well being aziendale si sta rivelando una leva strategica fondamentale non solo per la competitività delle singole imprese, ma per l'intero sistema Paese, contribuendo a creare organizzazioni più produttive, sostenibili e attrattive per i talenti del futuro.
Il welfare aziendale: lo abbiamo nominato più volte in questo articolo. È lui lo strumento principale per promuovere il benessere organizzativo, perché consente di intervenire in modo concreto e misurabile sulla qualità della vita dei dipendenti.
Tradizionalmente, come sappiamo, il welfare aziendale comprende l'insieme di benefit e servizi che l'azienda mette a disposizione per aumentare il benessere e la soddisfazione del personale. Fino ad oggi, questi programmi sono stati gestiti principalmente attraverso cataloghi standardizzati di servizi, con una limitata possibilità di personalizzazione e spesso con processi amministrativi complessi sia per l'azienda che per i dipendenti.
Oggi però, è sempre più presente una nuova esigenza: quella di abbracciare un welfare aziendale personalizzato, come ha giustamente sottolineato Alessandro Raguseo, CEO di Reverse, in un recente articolo su Il Sole 24 Ore. Un piano di welfare che parta dall'ascolto attivo e che possa soddisfare in maniera flessibile i bisogni individuali dei lavoratori, tenendo conto anche del fattore generazionale.
È qui che entra in gioco la prossima evoluzione del welfare, che possiamo definire welfare 4.0: promette di trasformare radicalmente l'approccio tradizionale attraverso l'integrazione di tecnologie avanzate.
Le piattaforme digitali del futuro, potenziate dall'intelligenza artificiale, potranno analizzare grandi quantità di dati provenienti da diverse fonti - sondaggi, feedback, KPI come il tasso di assenteismo e la qualità delle prestazioni - per identificare pattern e tendenze nelle esigenze dei dipendenti.
Un approccio data-driven e predittivo che svolterà la professione dell’HR, come dicevamo ampiamente nei Trend del 2025: in questo caso specifico, permetterà di creare piani di welfare realmente personalizzati, che terranno conto di fattori come l'età, lo stato civile, la posizione lavorativa e le abitudini personali.
Per esempio, le aziende con dipendenti giovani potranno automaticamente orientare i benefit verso work-life balance e formazione continua, mentre altre realtà potranno privilegiare supporti alla genitorialità o programmi di assistenza sanitaria specifica.
I dipendenti potranno gestire in autonomia i propri benefit attraverso app intuitive, accedendo in tempo reale ai servizi e semplificando drasticamente la comunicazione con l'azienda.
Anche in questo caso è Microsoft a offrire un esempio concreto di applicazione: l’azienda ha già implementato strumenti basati sull'AI, come Microsoft Viva, per analizzare i pattern di lavoro e fornire insight personalizzati. Questa piattaforma suggerisce pratiche per migliorare la produttività e ridurre il burnout, integrando anche risorse per il benessere mentale e fisico, come contenuti mindfulness in collaborazione con Headspace.
Questa evoluzione non solo renderà il welfare più efficace nel promuovere il benessere, ma permetterà anche alle aziende di ottimizzare gli investimenti basandosi su dati concreti e feedback immediati.
Siamo giunti alla fine di questo viaggio nel mondo del well being aziendale, ma in realtà siamo solo all'inizio di una nuova era.
Immagina un futuro dove il benessere aziendale è completamente personalizzato: l'AI analizza i tuoi pattern comportamentali e, come un sarto digitale, crea un programma di well being su misura per te. Non è fantascienza: è il well being aziendale del 2025, dove tecnologia e touch umano si fondono per creare esperienze uniche per ogni dipendente.
La rivoluzione digitale sta già trasformando il supporto psicologico, rendendolo più accessibile e meno stigmatizzato. Sessioni di terapia virtuale, meditazioni guidate dall'AI e app per il monitoraggio dell'umore non saranno più novità, ma strumenti quotidiani integrati perfettamente con il supporto umano tradizionale. È la perfetta sinergia tra high-tech e high-touch. Piattaforme come Ginger e Lyra Health, ad esempio, stanno rivoluzionando il supporto psicologico aziendale offrendo terapie virtuali accessibili h24 e monitoraggio dell’umore tramite AI, aiutando i dipendenti a gestire stress e ansia in tempo reale.
Ma la vera svolta sarà nella prevenzione. Si punta in direzione di sistemi predittivi così sofisticati da cogliere i primi segnali di stress e burnout prima che diventino problematici. Come un sistema immunitario aziendale, questi strumenti permetteranno di intervenire tempestivamente, proteggendo sia il benessere delle persone che le performance aziendali.
Il well being del futuro non si fermerà ai confini dell'ufficio. Le aziende più lungimiranti stanno già intrecciando benessere individuale, sostenibilità ambientale e impatto sociale in un'unica visione olistica. Perché il vero benessere non può prescindere dalla salute del pianeta e della comunità che ci circonda.
In questo scenario in rapida evoluzione, gli HR Manager hanno un'opportunità unica: essere architetti di ambienti lavorativi che non si limitano a prevenire il disagio, ma coltivano attivamente il potenziale umano.
Il futuro del lavoro si costruisce sul benessere, e tu, voi, siete i pionieri di questa trasformazione epocale.