Candidate Experience: come sta evolvendo

    La Candidate Experience è un concetto fondamentale per ogni impresa, perché ne mette in gioco la reputazione, la distintività e la capacità di attrarre talenti per costruire il proprio futuro. È un aspetto a cui occorre prestare grande attenzione, non solo per la sua importanza intrinseca, ma anche perché sta evolvendo verso forme nuove che richiedono di essere intercettate e interpretate con ancora maggiore urgenza rispetto al passato.

    La Candidate Experience oggi è radicalmente diversa da quella di qualche anno fa. L'intelligenza artificiale ha rivoluzionato i processi di selezione, la Generazione Z rappresenta ormai quasi un terzo della forza lavoro globale, e le aspettative dei candidati sono salite vertiginosamente.

    Proviamo ad approfondire il fenomeno attraverso l'esperienza di Reverse come Head Hunter e le informazioni più aggiornate disponibili sul mercato del lavoro.

    1. Iniziamo dalle basi: cos’è la Candidate Experience
    2. L'ecosistema digitale della Candidate Experience
    3. La Generazione Z ridefinisce le regole del gioco
    4. Strategie concrete per eccellere nella Candidate Experience
    5. Bonus track: mettiti alla prova!

     

    1. Iniziamo dalle basi: cos'è la Candidate Experience?

     

    1.1 Il viaggio del candidato: dalla scoperta all'onboarding

    Il concetto di Candidate Experience indica il modo in cui la persona che si candida a una posizione lavorativa vive l'intero percorso di selezione. Questo viaggio inizia nel momento in cui viene a conoscenza dell'azienda e si estende fino all'eventuale assunzione e all'onboarding. Ma attenzione: oggi questo percorso è diventato significativamente più complesso e stratificato rispetto al passato.

    Attualmente, il primo approccio può avvenire attraverso canali sempre più diversificati: dal feed Instagram a un video su TikTok, da un annuncio su LinkedIn fino a piattaforme di job search specializzate. Le fasi successive si concretizzano quasi sempre attraverso touchpoint digitali, e la tecnologia gioca un ruolo determinante nel plasmare l'esperienza complessiva.

    La Candidate Experience inizia, in realtà, ancor prima dell'invio della candidatura. La maggior parte dei candidati ricerca informazioni su ogni azienda prima di candidarsi, con i career site aziendali che rappresentano il canale più consultato, seguiti dai gruppi online e dai siti di recensioni. Questo significa che la tua reputazione online e il modo in cui racconti la tua organizzazione hanno un impatto diretto sulla qualità e quantità delle candidature che riceverai.

     

    1.2 Perché ogni interazione conta

    Nella nostra esperienza quotidiana come Head Hunter, osserviamo costantemente quanto la Candidate Experience possa fare la differenza tra l'ingaggio di un top talent e la sua perdita a favore di un competitor. Pochi candidati dichiarano di aver vissuto un'esperienza eccellente durante il processo di selezione, mentre una parte significativa ha vissuto esperienze talmente negative da essere meno propensi a candidarsi nuovamente, a raccomandare altri o persino ad acquistare prodotti dall'azienda.

    Questi numeri ci dicono qualcosa di fondamentale: ogni singola interazione conta. Molti candidati rifiutano offerte di lavoro a causa di comunicazioni scarse o aspettative poco chiare sul ruolo. Non parliamo di dettagli marginali, ma di elementi che determinano il successo o il fallimento di un intero processo di recruiting.

     

     

    2. L'ecosistema digitale della Candidate Experience

     

    2.1 Mobile-first: non un'opzione, una necessità

    Se la tua procedura di candidatura non è ottimizzata per smartphone, stai letteralmente chiudendo la porta in faccia a una fetta consistente di talenti. La maggior parte dei candidati oggi si candida utilizzando il proprio smartphone, e le loro aspettative in termini di user experience sono altissime.

    Un processo di candidatura efficace nell'era contemporanea deve essere:

    • Completabile in pochi minuti da mobile
    • Privo di campi ridondanti (evita di chiedere informazioni già presenti nel CV)
    • Responsive e intuitivo su schermi di ogni dimensione
    • Accompagnato da comunicazioni tempestive via SMS o notifiche push

    Come Head Hunter, abbiamo notato che i clienti che hanno investito nell'ottimizzazione mobile dei loro processi di recruiting hanno visto aumentare significativamente il numero di candidature qualificate. Non si tratta di un vezzo tecnologico, ma di un imperativo strategico.

     

    2.2 L'intelligenza artificiale nel recruiting

    La stragrande maggioranza delle aziende utilizza oggi l'AI in qualche fase del processo di recruiting, e questo trend è destinato a crescere ulteriormente. Praticamente tutti i responsabili HR utilizzano l'AI in qualche modo nel processo di selezione, registrando miglioramenti notevoli nell'efficienza delle assunzioni.

    Ma attenzione: l'AI è uno strumento potente che va maneggiato con cura. Una parte non trascurabile delle organizzazioni che utilizzano AI ammette che lo strumento ha accidentalmente escluso candidati qualificati. Questo accade tipicamente quando i sistemi ATS scansionano i curriculum cercando parole chiave specifiche, penalizzando chi ha esperienze non convenzionali o utilizza terminologie diverse.

     

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    3. La Generazione Z ridefinisce le regole del gioco

     

    3.1 Cosa cercano davvero i candidati più giovani

    La Generazione Z rappresenta ormai una fetta rilevante della forza lavoro globale, e porta con sé aspettative radicalmente diverse rispetto alle generazioni precedenti. È un tema molto ampio che merita uno spazio dedicato, ma qualche evidenza la riportiamo anche qui.

    Come ci racconta un Senior Head Hunter di Reverse:

    "Lavoro nel recruiting da oltre 15 anni, ma negli ultimi due ho dovuto ripensare completamente il mio approccio. I candidati Gen Z non si accontentano di belle parole: vogliono vedere dati concreti su diversity, certificazioni di sostenibilità, testimonianze autentiche di dipendenti. E soprattutto, se il processo dura più di tre settimane, li perdi. Non per mancanza di interesse, ma perché semplicemente si aspettano di più."

    I lavoratori più giovani valutano significativamente di più le opportunità di avanzamento di carriera e prioritizzano lo sviluppo di competenze rispetto alle generazioni precedenti.

     

    3.2 Purpose over paycheck: il nuovo paradigma

    Se pensi che per i giovani talenti conti solo lo stipendio, ti sbagli di grosso. La stragrande maggioranza della Generazione Z è convinta che i datori di lavoro debbano impegnarsi attivamente per affrontare problemi ambientali e sociali. Non si tratta di marketing etico superficiale: questa generazione sa riconoscere l'autenticità quando la vede, e il greenwashing viene punito senza pietà.

    Quasi tutti i giovani riconoscono che lo sviluppo professionale è essenziale per crescere nella propria carriera, e si aspettano che le aziende forniscano opportunità concrete di formazione e crescita. La parola chiave qui è "concrete": webinar generici e corsi e-learning standardizzati non bastano più.

    Per quanto riguarda la flessibilità, la maggior parte dei dipendenti Gen Z considera la flessibilità del posto di lavoro in modalità remota o ibrida l'aspetto più importante nella ricerca di un lavoro. Ma attenzione: flessibilità non significa solo "smart working". Significa autonomia nell'organizzare il proprio tempo, fiducia da parte del management, e una cultura aziendale che valuta i risultati più che le ore passate davanti al computer.

     

     

    4. Strategie concrete per eccellere nella Candidate Experience

     

    4.1 Velocità e trasparenza: le nuove parole d'ordine

    La maggior parte dei candidati si aspetta oggi una timeline chiara per il processo di selezione. Questo significa che devi essere in grado di comunicare fin dall'inizio:

    • Quante fasi prevede il processo
    • Quali sono le tempistiche indicative per ogni step
    • Chi incontreranno durante i colloqui
    • Quando possono aspettarsi un feedback

    Un processo di recruiting che si prolunga troppo è considerato eccessivo dai giovani candidati, causando l'abbandono di molti di loro. Le ragioni principali includono decisioni aziendali troppo lente, task eccessivi (case study, simulazioni), mancanza di trasparenza salariale, o troppi step di selezione.

    Per quanto riguarda la trasparenza salariale, oggi la maggior parte dei candidati vuole vedere informazioni sullo stipendio prima di candidarsi. Le leggi sulla pay transparency si stanno diffondendo in diversi paesi, ma al di là degli obblighi normativi, la trasparenza paga in termini di qualità delle candidature e di trust building.

     

    4.2 Skills-based hiring: valorizzare le competenze oltre i titoli

    Il recruiting basato sulle competenze è uno dei trend principali di oggi, in quanto sempre più aziende si stanno allontanando dalle pratiche di assunzione incentrate sulle credenziali formali, dando invece priorità alla valutazione delle abilità e dell'esperienza pratica dei candidati. Questo approccio assicura che il recruiting sia strettamente allineato con le esigenze specifiche del ruolo.

    Cosa significa concretamente? Che il focus si sposta da "Hai una laurea?" a "Sai fare questo?". Per un HR Manager, questo implica:

    • Ridisegnare le job description concentrandosi sulle competenze richieste piuttosto che sui titoli
    • Introdurre assessment pratici che testino skills reali
    • Valorizzare percorsi formativi non convenzionali (bootcamp, online courses, certificazioni)
    • Considerare il potenziale di apprendimento quanto l'esperienza pregressa

    Nella nostra esperienza come Head Hunter, abbiamo visto aziende espandere significativamente il loro talent pool adottando questo approccio, trovando profili eccellenti che sarebbero stati scartati da un filtro basato solo sui titoli accademici.

     

    5. Bonus track: mettiti alla prova! 

    Ogni fase della candidate experience richiede quindi grande cura e strumenti specifici per far mantenere alto il livello di ingaggio dei candidati e delle candidate. Se vuoi scoprire se offri loro una buona candidate experience puoi verificarlo attraverso un semplice e rapido test: clicca qui per iniziare.

     

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    Reverse è una realtà in continua evoluzione: come un gruppo di scienziati e ricercatori che giorno dopo giorno creano qualcosa di nuovo per migliorare e semplificare il mondo dell’Head Hunting e l’attività di chi si occupa di HR.
    Alessandro Raguseo, CEO