Storia del sindacato: dalle origini ai movimenti contemporanei

    Da dove nasce il concetto di sindacato come lo conosciamo oggi? Le civiltà antiche avevano associazioni simili alle nostre? E ancora, quali sono i casi più famosi che hanno plasmato la storia del sindacato? 

    Da semplici associazioni locali a potenti organizzazioni internazionali, il sindacato ha attraversato un percorso lungo quasi quanto la storia dell’uomo. 

    Attraverso lunghe battaglie i sindacati hanno contribuito ad affermare i diritti dei lavoratori in tutto il mondo, quel mondo che oggi l'HR si trova a gestire.  

    Ripercorriamo le tappe più salienti della storia. 

     

    1. Nella storia 
    2. Le origini: le prime associazioni di lavoratori simili ai sindacati attuali
    3. E in Italia? 
    4. Il sindacato nel mondo contemporaneo: differenza tra Italia e Stati Uniti
    5. Differenze tra Occidente e Oriente 
    6. Esempi rilevanti: quando le battaglie dei sindacati hanno lasciato il segno
    7. Non sempre si vince: 4 casi in cui l'azienda non ha accettato compromessi con il sindacato
    8. Nota di colore: non di sole lotte si parla

     

    1. Nella storia 

    Partiamo con il nostro excursus dagli albori. 

    Nelle civiltà antiche le associazioni di lavoratori, o forme precoci di sindacati, non si svilupparono come le intendiamo oggi ma esistono comunque tracce di organizzazioni e movimenti che possono essere considerati precursori dei sindacati moderni.

    In molte società antiche, soprattutto durante il periodo dell'Antica Roma, esistevano corporazioni che rappresentavano gli interessi dei lavoratori di determinate professioni. Queste corporazioni, chiamate "collegia”, avevano lo scopo di proteggere gli interessi degli artigiani e dei commercianti, regolamentando la formazione, la pratica e gli standard professionali. Allo stesso tempo avevano anche un forte controllo statale e potevano essere soggette a regolamentazioni e limitazioni imposte dalle autorità governative.

    Un altro esempio di primordiale organizzazione di lavoratori si trova nell'antico Egitto, dove si ritiene che i lavoratori edili coinvolti nella costruzione delle piramidi fossero organizzati in gruppi con una sorta di gerarchia e regolamenti interni.

    Tuttavia, è importante notare che le organizzazioni in queste civiltà antiche non erano vere e proprie associazioni di tipo sindacale come le conosciamo oggi. Mancavano molte delle caratteristiche fondamentali dei sindacati moderni, come la negoziazione collettiva, lo sciopero e la rappresentanza politica.

    Il concetto di sindacato moderno e l'organizzazione dei lavoratori in associazioni per difendere i propri interessi si svilupparono principalmente durante la Rivoluzione Industriale, a partire dal XVIII secolo in Europa e in seguito negli Stati Uniti. Con l'aumento della produzione industriale e l'espansione delle fabbriche, i lavoratori si organizzarono per cercare di migliorare le loro condizioni, ottenere salari più equi, limitare le ore lavorative e ottenere un maggiore stato di sicurezza durante l’esercizio della professione. Questo portò alla nascita dei primi sindacati moderni e delle prime lotte sindacali, che hanno plasmato il panorama lavorativo e politico fino ai giorni nostri.

     

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    2. Le origini: le prime associazioni di lavoratori simili ai sindacati attuali

    Catapultiamoci quindi tra il  XVIII e il XIX secolo, durante appunto il periodo della Rivoluzione Industriale: è qui che nacquero le prime forme di associazione tra lavoratori, in risposta alle condizione di lavoro precarie e alle lunghe giornate di lavoro nelle fabbriche. 

    In Gran Bretagna, ad esempio, il luddismo, sviluppatosi verso l’inizio del XIX secolo, vide i lavoratori protestare contro l'introduzione di macchinari, come il telaio meccanico, che venivano considerati una minaccia per i lavoratori salariati, provocandone l’abbassamento dei salari e la disoccupazione (vi ricorda il dibattito sull’AI dei giorni nostri?). 

    Tuttavia, il vero embrione del sindacato moderno si può individuare nella formazione dei sindacati artigiani nel XIX secolo, con la legalizzazione in Inghilterra nel 1824 delle Trade Unions, le prime organizzazioni sindacali impegnate nell’affermazione dei diritti dei lavoratori.

    Anche oltreoceano, negli Stati Uniti, nacquero le prime associazioni di lavoratori, una su tutte i Knights of Labor, fondati nel 1869, che si battevano per orari di lavoro più brevi e condizioni di lavoro migliori per gli operai industriali.

    Siamo solo all’inizio di quella che è la costruzione del mondo sindacale odierno. 

    Il XIX e il XX sono secoli decisivi nella storia non solo dell’Italia ma anche dell'Europa e del mondo occidentale. 

    Con l'industrializzazione in rapida espansione, i lavoratori iniziarono a organizzarsi in modo sempre più sistematico per difendere i propri diritti.

    In Europa, il movimento sindacale giocò in questo periodo un ruolo chiave, non solo nella lotta per le giornate lavorative più brevi e per condizioni di lavoro più sicure ma anche nell'ottenimento di benefici sociali come l'assicurazione sanitaria, le pensioni e il sostegno in caso di disoccupazione. Ad esempio, in Germania sotto la spinta dei movimenti operai furono introdotte le prime leggi sulla sicurezza sociale (Accident Insurance Act, 1884) già alla fine del XIX secolo, anticipando una tendenza che si sarebbe diffusa in tutta Europa nel XX secolo. 

    Un altro esempio è il movimento sindacale britannico, che contribuì a rendere possibile l'approvazione dell'Industrial Relations Act nel 1971, regolamentando i diritti dei lavoratori e il processo di contrattazione collettiva.

    Spostandoci fuori dall’Europa, negli Stati Uniti, il Congress of Industrial Organizations (CIO) negli anni '30 e '40 giocò un ruolo significativo nella lotta per i diritti dei lavoratori nel settore industriale, guidando scioperi e campagne per migliori salari e condizioni di lavoro.

    Le vittorie del CIO contribuirono a stabilire il modello del contratto collettivo di lavoro che garantiva salari più alti, orari di lavoro regolamentati, e benefici come assicurazioni sanitarie e pensioni per i lavoratori industriali. Queste conquiste sono state fondamentali nel modellare l'economia americana del dopoguerra e nel contribuire al benessere della classe media americana.

     

    3. E in Italia? 

    E fin qui tutto chiaro. 

    Ma nel nostro Paese in quei secoli cosa stava succedendo? 

    In Italia tra il 1840 e il 1850 inizia una fase “presindacale” con la diffusione delle Società di mutuo soccorso, le prime forme di associazionismo operaio. Avevano l'obiettivo di fornire supporto ai propri membri in situazioni di disoccupazione, infortunio, malattia e anzianità. 

    Da qui, pian piano, cominciarono a nascere forme organizzative più evolute sul piano sindacale. Già nel 1848, i tipografi di Torino crearono la "Società dei compositori tipografi torinesi", seguita da almeno altre otto società simili nel 1880. 

    Nel 1872, venne fondata la Federazione Nazionale dei Tipografi, la prima federazione nazionale di categoria, che riuniva tredici città e che nel tempo si sviluppò diventando una delle federazioni sindacali più rilevanti nel periodo precedente all'ascesa del fascismo.

    Seguirono poi, negli ultimi anni del XIX secolo, le Leghe di resistenza: coinvolgevano l’industria manifatturiera, soprattutto tessile e metallurgica, l’edilizia, i servizi, i trasporti e l’agricoltura.

    La nostra storia fa un ulteriore passo avanti negli anni ‘90 del XIX secolo, quando, nel tentativo di rappresentare tutti i lavoratori di un territorio, furono costituite le Camere del lavoro. Le prime nacquero nel 1891 a Milano, Piacenza e Torino.

    La data da segnarsi è però il 1906, anno in cui nacque, con il congresso di Milano del 29 settembre, il primo coordinamento sindacale italiano come lo conosciamo noi oggi: la Confederazione Generale del Lavoro (CGdL). 

     

    4. Il sindacato nel mondo contemporaneo: differenza tra Italia e Stati Uniti

    Passiamo quindi ai giorni nostri. Oggi, i sindacati si trovano di fronte a una serie di sfide uniche legate alla globalizzazione, alla tecnologia e ai cambiamenti nei modelli di lavoro. Tuttavia, continuano a essere un pilastro importante nella difesa dei diritti dei lavoratori.

    In Europa, i sindacati hanno svolto un ruolo chiave nella promozione delle politiche sociali e nell'advocacy per un salario minimo dignitoso e condizioni di lavoro eque per tutti i lavoratori.

    Negli Stati Uniti, i sindacati continuano a lottare per la tutela dei diritti dei lavoratori, nonostante la crescente sfida rappresentata dall'erosione dei diritti sindacali e dalla crescente precarietà del lavoro.

    I sindacati in Italia e negli Stati Uniti presentano differenze significative sia nella loro struttura che nel loro ruolo e influenza nel panorama politico e sociale dei rispettivi paesi.

    In Italia, come abbiamo visto, i sindacati sono storicamente radicati nel tessuto sociale e politico, con una forte presenza sia nel settore pubblico che in quello privato. I sindacati italiani, come la CGIL, la CISL e la UIL, sono organizzazioni di massa che rappresentano una vasta gamma di settori e professioni e sono spesso coinvolti in negoziazioni collettive e consultazioni con il governo e le parti datoriali. Inoltre, sono noti per il loro coinvolgimento attivo nella politica nazionale e nella difesa dei diritti dei lavoratori.

    Negli Stati Uniti, invece, i sindacati hanno una storia e una presenza meno radicata rispetto all'Italia. I sindacati statunitensi, come AFL-CIO e SEIU, sono spesso concentrati in settori specifici, come quello manifatturiero, dei trasporti e dei servizi pubblici. A differenza dell'Italia, dove i sindacati hanno una forte presenza politica e una certa influenza sulle politiche governative, negli Stati Uniti sono invece spesso soggetti a leggi più restrittive e la loro influenza politica può variare notevolmente da Stato a Stato. Pur essendo spesso coinvolti anch’essi in negoziazioni contrattuali con i datori di lavoro per i salari e le condizioni di lavoro, il loro ruolo nella politica nazionale è meno marcato rispetto ai sindacati italiani.

     

    5. Differenze tra Occidente e Oriente

    Allarghiamo ora ulteriormente il focus e soffermiamoci a fare un breve confronto tra la situazione in Occidente in Oriente. 

    Le differenze tra i sindacati delle due aree geografiche riflettono le distinte tradizioni culturali, storiche e politiche dei rispettivi contesti. 

    Nell'Occidente, i sindacati sono spesso organizzazioni indipendenti, con una forte presenza nel panorama politico e sociale, lo abbiamo visto fino a qui. Sono attivamente coinvolti nella negoziazione di contratti collettivi, nella difesa dei diritti dei lavoratori e nell'influenzare le politiche pubbliche. 

    Inoltre, i sindacati occidentali tendono ad essere democratici e ad adottare un approccio pluralistico nell'affrontare le questioni lavorative e sociali.

    D'altra parte, nei Paesi orientali, i sindacati possono essere più strettamente controllati dal governo o legati a determinati partiti politici. In alcuni casi, possono essere cooptati dallo Stato per garantire la stabilità politica e sociale, mentre in altri casi possono essere soggetti a restrizioni legali che limitano la loro capacità di agire in modo indipendente. Inoltre, le tradizioni culturali e le dinamiche sociali nei paesi orientali possono influenzare il modo in cui i sindacati operano e si organizzano, mettendo in primo piano la necessità di mantenere l’armonia sociale e la stabilità economica.

    In generale, l'organizzazione e il successo dei sindacati sono profondamente influenzati dai fattori culturali, politici, economici e sociali degli specifici contesti regionali, e questo è molto evidente quando le culture sono diametralmente diverse, come quelle di Occidente e Oriente.

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    6. Esempi rilevanti: quando le battaglie dei sindacati hanno lasciato il segno

    Fatto questo excursus viene da domandarsi: esistono esempi di battaglie dei sindacati che hanno segnato in modo memorabile la storia?

    Sì, in tutto il mondo, e, anche quando non hanno vinto sul momento, hanno comunque contribuito a portare miglioramenti significativi nelle condizioni dei lavoratori e nelle politiche sociali. Eccone alcuni esempi:

    • Sciopero delle lavoratrici del Triangle Shirtwaist Factory (Stati Uniti, 1911). Il 25 marzo 1911 avvenne l'incendio della fabbrica Triangle Shirtwaist Factory, il più grave incidente industriale della storia di New York.  Lo sciopero che ne derivò, guidato dalle lavoratrici tessili di New York, ha portato all'adozione di importanti leggi sulla sicurezza sul lavoro e ha contribuito a rafforzare i diritti dei lavoratori negli Stati Uniti.
    • Rivolte di Haymarket (Stati Uniti, 1886). Nel cuore di Chicago, il 4 maggio 1886, si tenne una manifestazione operaia in Haymarket Square, per rivendicare la giornata lavorativa di otto ore (anziché 11 e più) anche per i dipendenti del settore privato. Le rivolte di Haymarket furono un evento chiave: sebbene abbiano portato a un aumento della repressione contro i sindacati negli Stati Uniti, hanno anche contribuito a sollevare l'attenzione sulle condizioni dei lavoratori.
    • Sciopero generale del 1973 (Cile). Durante la dittatura di Pinochet, i sindacati cileni organizzarono uno sciopero generale contro il regime. Nonostante la dittatura, lo sciopero ha contribuito a dimostrare la forza e la resilienza del movimento sindacale cileno.
    • Leggi sul lavoro e diritti dei lavoratori in Europa. I sindacati europei hanno svolto un ruolo significativo nella promozione di leggi sul lavoro che regolamentano le condizioni di lavoro, i salari minimi, le ferie retribuite e i diritti dei lavoratori. Ad esempio, la direttiva europea sul lavoro ha stabilito standard minimi per la salute e la sicurezza sul lavoro e ha garantito diritti fondamentali come il congedo parentale.

    Ecco, questi sono solo alcuni dei principali esempi in cui le battaglie dei sindacati hanno contribuito a scrivere la storia dei diritti dei lavoratori in tutto il mondo.

    Ma attenzione, esistono casi in cui queste battaglie non sono state vinte (o almeno non subito) dai sindacati. Vediamoli.

     

    7. Non sempre si vince: 4 casi in cui l'azienda non ha accettato compromessi con il sindacato

    In numerosi casi, nonostante dure battaglie, le aziende non hanno accettato compromessi con i sindacati, spesso portando a dispute e conflitti tra le parti. 

    Come prima, ve ne presentiamo alcuni esempi: 

    1. Sciopero minerario del Regno Unito del 1984-1985 (Regno Unito). Questo sciopero, condotto dai minatori britannici contro i piani della Margaret Thatcher di chiudere numerose miniere, è diventato uno dei più importanti conflitti industriali della storia del Regno Unito. Sebbene la sua rilevanza sia fondamentale per la storia dei sindacati, il governo britannico di Margaret Thatcher non accettò compromessi con i sindacati dei minatori. La Thatcher perseguì una politica di rigore e riforme nel settore minerario, portando a uno sciopero che durò per oltre un anno e si concluse con la sconfitta dei minatori e la chiusura di molte miniere.
    2. Conflitto tra la General Motors e la United Auto Workers (Stati Uniti, 2019). Durante i negoziati contrattuali del 2019 tra la General Motors e la United Auto Workers (UAW), l'azienda ha resistito alle richieste del sindacato riguardanti aumenti salariali, migliori condizioni di lavoro e la salvaguardia dei posti di lavoro nelle fabbriche. Ciò ha portato a uno sciopero di 40 giorni, il più lungo nella storia dell'UAW, contro la General Motors. 
    3.  Conflitto tra Amazon e i sindacati.  In diversi Paesi, tra cui Stati Uniti e Germania, ci sono stati tentativi di rivendicare i propri diritti da parte di chi lavorava nei magazzini di Amazon. Tuttavia è storica la resistenza dell’azienda ai sindacati. Uno dei casi più conosciuti è quello del conflitto tra Amazon e il sindacato dello Stato dell’Alabama, vinto da Amazon nel 2021. 
    4.  Conflitto tra British Airways e sindacati del personale di bordo (Regno Unito, 2010). È molto noto questo conflitto del 2010. I membri del sindacato Unite, che rappresentava il personale di bordo di British Airways, hanno intrapreso azioni di sciopero in risposta a questioni riguardanti tagli salariali, riduzioni del personale e modifiche alle condizioni di lavoro e  l'azienda ha resistito alle richieste. Ciò ha portato a uno sciopero che ha causato notevoli interruzioni nei voli e disagi per i passeggeri, con conseguenti perdite economiche per la compagnia aerea. 

    8. Nota di colore: non di sole lotte si parla

    Vogliamo concludere così: sapevi che durante lo sciopero dei trasporti pubblici a Parigi nel 1995 furono venduti oltre 2 milioni di pattini a rotelle?

    "E questo cosa c’entra con lo sciopero?" dirai giustamente. 

    C’entra perché nel mese di dicembre, mentre lo sciopero dei trasporti pubblici paralizzava Parigi e diverse città della regione, i pattini a rotelle fecero sognare i cittadini, costretti a spostarsi a piedi o a farsi strada tra ingorghi interminabili. Dotati di questo insolito mezzo di trasporto, potevano sfrecciare per la strada a 30km/h, rimediando in modo creativo e funzionale alla difficoltà di spostarsi proprio durante il periodo natalizio. 

    Con le strade meno trafficate del solito a causa dello sciopero, gruppi di persone, si vedevano sfrecciare lungo le vie di Parigi sui loro pattini a rotelle, trasformando una situazione di disagio in un'opportunità per riscoprire la gioia e la libertà di movimento in modi inaspettati.

    In fin dei conti, lo sciopero dei trasporti pubblici del '95 ci insegna una lezione importante: quando la vita ci blocca la strada, a volte bastano ottimismo, creatività…e un paio di pattini a rotelle. 

    Ecco, ora siamo davvero giunti al termine del nostro viaggio. 

    È una storia lunga e molto complicata che non riguarda solo il nostro Paese, ma l’Europa e il mondo intero e tanti altri esempi si possono raccontare.  

    Ma quello che abbiamo voluto dimostrare è quanto il sindacato abbia svolto un ruolo fondamentale nella storia, rappresentando una voce per i lavoratori e contribuendo a plasmare le condizioni di lavoro in tutto il mondo. 

    Il mondo in cui tu, HR di oggi, ti svegli ogni mattina. Un panorama che è cambiato, che sta cambiando e continuerà a cambiare negli anni a venire.

    Non ci resta che vedere quali altri avvenimenti scriveranno la storia. 


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