Career Coach: come sviluppare le competenze interne all’azienda

    Quali sono le abilità e i metodi da mettere in campo per accompagnare i professionisti della propria azienda in un percorso di crescita.

    “Non possiamo dirigere il vento, ma possiamo orientare le vele” – Lucio Anneo Seneca

    Quella del Career Coach è una figura relativamente recente nel mondo del lavoro, capace di dare una risposta alle nuove sfide dell’universo professionale di oggi

    Il Career Coach intercetta i bisogni dei lavoratori del nostro tempo ma, se ci pensiamo, possiamo individuare le radici della sua professionalità già in epoca antica.

    Se nell’opera di Seneca ritroviamo la direzione fondamentale di questa figura professionale, possiamo dire che il coaching abbia origini ancora precedenti che risalgono a Socrate, il padre della maieutica: conosci te stesso, esplora la tua essenza attraverso il dialogo e intraprendi la strada che fa per te.

    Questi, dunque, gli elementi fondamentali di un’attività di coaching, ben definiti già in età antica. Il mondo in cui viviamo (e lavoriamo) oggi è però molto più complesso e variegato di allora e, insieme a esso, anche la professione del Coach è cambiata e possiede diverse sfaccettature.

    Tra queste, quella del Career Coach è evidentemente fondamentale per accompagnare nel percorso di riconoscimento e sviluppo delle proprie competenze professionali.

    Andiamo nel dettaglio.

     

    1. Career Coach: chi è e quando serve?

    Il ruolo del Career Coach è quello di fornire consulenza e supporto alle persone che vogliono cambiare il proprio percorso professionale e sviluppare le proprie capacità per raggiungere determinati traguardi.

    Può essere un libero professionista, o lavorare in aziende dedicate a questi scopi, o può anche essere una persona del team dedicato alle Risorse Umane all’interno di un'azienda che si pone come obiettivo quello di aiutare i colleghi nella formazione e nello sviluppo personale.

    Quando è utile proporre ad un collaboratore di intraprendere un percorso di Career Coaching? Le occasioni di intervento possono essere diverse: 

    • quando desideri pianificare un percorso di carriera per un professionista che ha appena cambiato posizione o intende cambiare ambito lavorativo all’interno della stessa azienda, ad esempio individuando gli step di un’attività di reskilling;
    • quando ritieni necessario supportare le persone nello sviluppare le proprie capacità relazionali, di leadership, gestione dello stress e risoluzione dei conflitti sul luogo di lavoro, soprattutto per middle e top manager;
    • quando vuoi aiutare un professionista che desidera velocizzare la propria crescita verso i vertici dell’azienda;
    • quando è il momento di organizzare la formazione e lo sviluppo del personale della tua azienda (la presenza di questo tipo di percorsi all’interno di un’azienda può anche essere un’importante leva di Employer Branding).

    Insomma, non è detto che un servizio di Career Coaching sia necessariamente destinato al cambiamento della posizione lavorativa: è possibile anche impostare un percorso per migliorare la situazione professionale attuale lavorando sulle capacità e le inclinazioni della persona.

    Vediamo dunque come i punti di partenza possano essere differenti, ma l’obiettivo fondamentale sia uno e uno soltanto: aiutare i professionisti a migliorare la propria carriera e a sviluppare le proprie competenze per realizzarsi e raggiungere determinati risultati.



    2. Competenze e mansioni di un Career Coach

    Per diventare un buon Career Coach occorre certamente sviluppare un bagaglio di competenze specifiche attraverso appositi corsi di coaching, ma il primo immancabile punto di partenza è comprendere come mettere al servizio dei colleghi alcune soft skill fondamentali per coprire questo ruolo.

    • Prima di ogni altra cosa, viene l’ascolto. Mettersi a disposizione dell’altra persona sospendendo ogni giudizio e accogliendo le sue richieste e aspirazioni per il raggiungimento dell’obiettivo prefissato.
    • Un altro elemento essenziale per un dialogo proficuo è l’empatia. Non solo ascoltare, ma anche comprendere a fondo la persona che si ha davanti e il motivo per cui ha scelto di intraprendere questo percorso.
    • Una capacità di cui si parla spesso, anche a sproposito, ma che per un Career Coach è davvero fondamentale, è possedere e saper stimolare il problem solving. Il mondo del lavoro presenta quotidianamente nuove dinamiche, nuove problematiche e nuove sfide che bisogna imparare a riconoscere e a risolvere, e saper coltivare in sé stessi e negli altri questa competenza è davvero strategico.

    Ci sono poi le motivazioni: bisogna saper aiutare il collega a trovare ciò che più di ogni altra cosa può sinceramente motivarlo a lavorare su sé stesso per far fronte agli ostacoli e arrivare al cambiamento tanto desiderato. 

    silvia orlandini-1 compressa "In ogni caso, un buon Career Coach guida nel metodo ma la definizione e la scelta sono del coachee, sarà lui a definire nel dettaglio le scelte del suo piano d’azione. Il coach si accerta che il piano sia concreto ed efficace per avanzare verso la realizzazione degli obiettivi, sviluppando le risorse delle persone al massimo della loro potenzialità."

    Silvia Orlandini, People&Culture Manager, Reverse

     

     

     

     

    Infine, è importante ricordare che ogni percorso ha i suoi snodi principali: occorre aiutare ad individuare le priorità perchè il professionista diventi in grado di dare un ordine ai propri obiettivi e arrivare così al traguardo.

    È evidente come queste competenze siano trasversali a diverse figure che operano in ambito HR all’interno di un’azienda, soprattutto per chi si occupa di sviluppo del personale. Nel caso di chi si occupa di Career Coaching, tali skill sono però volte a un ambito d’azione ben preciso, che a seconda delle esigenze può prevedere diverse sfaccettature.

     


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    3. Come è strutturato un percorso di Career Coaching

    Abbiamo visto come vi siano svariati contesti in cui può agire un professionista HR che organizza un percorso di Career Coaching e, a seconda delle esigenze, dovrà mettere in campo differenti attività.

    1. La prima fase di un percorso di Career Coaching è però sempre la stessa: conoscere la persona che si ha davanti, chiedendo informazioni sulla storia scolastica e lavorativa, sugli interessi e le principali attitudini. L’obiettivo principale di questa prima fase interlocutoria è infatti quello di comprendere le esigenze, gli obiettivi, i desideri, le capacità e le skill della persona, per determinare il quadro e avere tutti i dati necessari per agire nel modo migliore.

    2. A questo punto, per poter fornire un supporto puntuale nel raggiungimento degli obiettivi professionali, è importante identificare le opportunità raccogliendo tutte le informazioni sul proprio ambito di lavoro, sul gruppo in cui si è inseriti, sul tipo di mansione svolta: prima di imboccare una strada, bisogna capire se sia percorribile e con quali tempistiche. Potrebbe essere utile capire anche chi può venire in aiuto nella realizzazione dei desideri della persona e chi (o cosa) potrebbe essergli d’ostacolo, a partire dalle paure e insicurezze che si hanno dentro di sé.

    3. Qui passiamo già alla parte più operativa del servizio di Career Coaching: una volta terminata la fase di analisi, il professionista HR offre le proprie competenze per aiutare l’altra persona a raggiungere l’obiettivo. Il primo passo è quello di rendere le persone pienamente consapevoli delle proprie capacità e motivazioni: questa sarà la base da cui partire per definire (o ridefinire) il percorso da intraprendere per raggiungere il traguardo. 

    Abbiamo visto quindi come nel complesso il Career Coach sia una figura strategica per le aziende, in grado di fornire informazioni e strategie mirate per ottenere una crescita professionale, affrontare cambiamenti di carriera, adattarsi alle transizioni all’interno della propria azienda, migliorare l’ambiente di lavoro e le capacità relazionali e di leadership.

    In ogni caso, un buon Career Coach definisce sempre un piano d’azione concreto ed efficace con cui avanzare verso la realizzazione degli obiettivi sviluppando le risorse delle persone al massimo della loro potenzialità.

    Questa concretezza è l'arma con cui i bravi coach rispondono alle obiezioni di chi teme consulenze vaghe e aleatorie, a fronte invece di un supporto spesso più solido e apprezzato anche di un aumento di stipendio.

     


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    Reverse è una realtà in continua evoluzione: come un gruppo di scienziati e ricercatori che giorno dopo giorno creano qualcosa di nuovo per migliorare e semplificare il mondo dell’Head Hunting e l’attività di chi si occupa di HR.
    Alessandro Raguseo, CEO